5.4.14

Chieti - La paura per l'acqua inquinata


Tutti adesso dicono di sapere che il polo chimico di Bussi fosse una bomba ecologica posta nel cuore dell'Abruzzo. Lo sapevano i cittadini, le cui denunce sono rimaste per troppo tempo sottovalutate e inascoltate. Lo sapeva il Comune di Pescara, i cui recenti allarmi sono rimasti inascoltati. Lo sapeva anche la Montedison, l'azienda di stato a cui tutto era permesso, "incastrata oggi", secondo le prime indiscrezioni dalla requisitoria dei pm, nel processo a porte chiuse sulle discariche dei veleni, da un documento interno. I pm Annarita Mantini e Giuseppe Bellelli lo hanno mostrato in Aula. Nel documento interno dell'azienda si segnalava che l'acidità delle scorie avrebbe potuto sciogliere i cassoni di cemento armato, utilizzati per seppellire i rifiuti industriali nella discarica Tremonti. I rifiuti si sono stati sparsi nel terreno, in profondità, invadendo la falda acquifera circostante, pesantemente. Per anni i cittadini hanno bevuta acqua inquinata e ne hanno subito, loro malgrado, i malefici. Solo dopo le risultanze delle analisi di cittadini consapevoli, commissionate a loro spese, hanno permesso di riscontrare la pericolosità dell'acqua che sgorgava dal rubinetto nella valle del Pescara e in tutti quei rubinetti delle città collegate ai pozzi di Bussi. Sono stati scavati immediatamente altri pozzi a monte dei luoghi incriminati. L'Azienda pare che sversasse impunemente, una tonnellata al giorno di veleni residui della produzione nel fiume Tirino. Adesso tutti ne parlano, i giornali locali, quelli nazionali e anche i TG, dicendo che un’intera valle con due capoluoghi di provincia, Pescara e Chieti è stata letteralmente massacrata dalla chimica. I politici che fino a ieri hanno avallato o ignorato il fenomeno, adesso parlano di mettere in campo ogni azione per monitorare tutta la valle e avviare le azioni di disinquinamento. Loro, come al solito parlano a sproposito e non ci dicono mai con quali soldi effettuare gli ingenti lavori di bonifica e quando questi avranno inizio. Il cittadino normale spera che nei prossimi anni non si continui a parlare del suolo di Bussi, come della più grande discarica, di prodotti chimici, d'Europa


@enio

8 commenti:

  1. Già nel 1972 si chiedeva di rimuovere in rifiuti interrati nel sito per il concreto pericolo di inquinamento delle falde acquifere dell'acquedotto 'Giardino' che forniva acqua potabile a tutta la Val Pescara. Tutti sapevano e tutti tacevano, hanno sottolineato ancora dall'accusa, prediligendo il profitto al diritto alla salute dei cittadini. La discarica della ex Montedison, sequestrata nel marzo del 2007, è arrivata a saturazione nel 1983, mentre nel 1974 era al 75% della capienza.

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  2. chissà quante realtà analoghe ci sono in Italia!

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  3. la munnezza seppellirà quest'umanità consumistica, ma la natura generosa modificherà geneticamente i nostri eredi ed essi come gabbiani, sopravviveranno

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  4. devono risarcire gli abitanti, TUTTI!!!

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  5. Queste storie si ripetono ad ogni pié sospinto. Forse ha ragione fracatz, o almeno lo spero.

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    1. grazie per leggere sempre i miei pensieri. De primo acchito mi era venuto da commentare: " se l'acqua è inquinata, bevete vino", ma poi ho desistito

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  6. Come sempre gli abitanti sono stati presi in giro.

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  7. Penso anche io che l'Italia sia un'enorme discarica, reale e metaforica!

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